martedì, marzo 18, 2008



LE PICCOLE DONNE


Un giorno, tantissimo tempo fa, il mio cervello si è svegliato al mattino e ha deciso che ero adulta.
(La mia pissipissibaucologa dice "adultizzata".)

Sembra quindi che una mattina io sia entrata nella cabina del telefono del mio cazzo di inconscio e mi sia trasformata in Meg March: la vice mamma delle Piccole Donne.
La sorella responsabile, materna, quella che cuce gli strappi dal vestito di Jo, quella che si innamora del professorino di provincia, ci fa due figli e va in crisi il pomeriggio che brucia le marmellate.
Ma la cabina del telefono ha sbagliato qualcosa, e la trasformazione non è venuta mica tanto bene: vent'anni impegnata a cucire il vestito degli altri con il terrore di finire a cuocere marmellate per tutta la vita.
Vent'anni ad aspettare un Professor Baher che si innamorasse di me, per dimostrarmi che sotto sotto continuavo ad essere Jo.
(La mia pissipissibaucologa chiede Quanti Professor Baher ha scartato , e quanti professorini da cui essere terrorizzata si è trovata, nella vita?)

Lunedi dopo lunedi sto cercando di uscire dalla cabina del telefono.
Mica facile ritrovare la Jo che ho lasciato indietro, la Beth che non mi riconosco, la Amy che ho sempre odiato.
(La mia pissipissibaucologa chiede: chi sono Beth e Amy? E Jo?)

Un anno di piccoli passi alla ricerca della Jo perduta, quindi, con un sacco di fatica, con un sacco di prove ed errori.
(E la mia pissipissibaucologa che dice: Ma lo strappi un po', questo vestito!)

Così domenica scorsa è successo: ho avuto diciott'anni, di nuovo.
E ho strappato un sacco di vestiti, alla festa.
Le risate soffocate.
Il fiume.
Il gelato e la grandine.
Il letto singolo, le casse che scricchiolano per il volume.
Tutto, che scricchiola
Perdere un treno
Responsabilità? Ne riparliamo in settimana.
Dormire tre ore.
Cambiare quattro mezzi di trasporto prima delle dieci del mattino.
Addormentarsi sul treno del ritorno
Una doccia fredda prima del lavoro.
Entrare in ufficio, in ritardo, sorridenti.
E lì ritrovare una vita adulta che è giusto che ci sia.
Ma quando è il momento.
Non sempre.
Non troppa.

Non ho 18 anni, e non credo mi piacerebbe averli di nuovo.
Un sacco di cose sono qui a ricordarmelo.
Il mal di schiena, oggi.
Il collo incriccato, ieri.
Non posso permettermelo troppo spesso, questo ritorno alle origini.
Ma un'adolescenza omeopatica, diluita, quello si: tre granuli al mese.

Jo March 5ch.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Viva il fiume, che rinfresca l'aria e ringiovanisce le piccole donne!

Anonimo ha detto...

ben tornata, Jo!

Il lettore padovano

lanessie ha detto...

grazie. che carini che siete :O)