A scuola di patria e impresa
Bambini, tutti in piedi a cantare l'inno nazionale
(Da "IL MANIFESTO" giovedi 21 febbraio)
Ordine morale e cultura del risultato. Sono queste le linee guida della riforma della scuola elementare francese, presentata ieri dal ministro della Pubblica istruzione, Xavier Darcos. Per prepararsi al duro mondo dell'impresa, i bambini dovranno imparare a rispettare l'autorità e la patria, e a vivere puntando ai «risultati»: ci saranno valutazioni delle competenze, fin dalla seconda elementare, i cui risultati saranno comunicati non solo alle famiglie, ma resi pubblici, scuola per scuola. Così, ci sarà anche una concorrenza tra scuole, resa ancora più acuta adesso che Sarkozy ha abolito la «carta scolastica» (l'obbligo di iscrizione nella scuola di quartiere). Darcos diminuisce l'orario di due ore la settimana (sono previsti tagli agli insegnanti), e concentra l'insegnamento sui fondamentali: francese e matematica. La competitività inizia già sui banchi di scuola. «Un ritorno ai vecchi metodi», ha commentato l'ex candidata socialista, Ségolène Royal, che è stata ministra della scuola.
7 commenti:
ecco, dài, menomale: chè qua ci si stava già convincendo che era meglio la destra di ovunque piuttosto che la sinistra di questa paese...
figurati, sarkozy?!? L'uomo che ci fece caricare dai poliziotti tutti neri e tutti cattivi sugli champes elysees? (o come diavolo si scrive...)
:O)
Non servono molte conferme, la destra è la destra...
però mi è venuta voglia di commentare la favola della "cultura del risultato".
Lasciando perdere l'ordine morale, che, detto così, è inquietante perchè non si chiarisce chi stabilisce l'ordine e con quali criteri, direi che la cultura del risultato è una contraddizione.
Secondo me parlare di una cultura del risultato è come parlare di pesci che nuotano fra le nuvole...
Magari mi sfugge qualcosa, ma la cultura e il risultato a me sembrano due facce della stessa medaglia, la cultura come:
"complesso delle conoscenze possedute da una persona nei vari campi dello scibile"
o come:
"l'insieme della tradizione e del sapere scientifico, letterario e artistico di un popolo o dell'umanità intera"
porta inevitabilmente ad un risultato inteso come:
"ciò che si ha o si ottiene come esito finale, come effetto ultimo di un processo, di un'attività e simili."
La crescita culturale ha come risultato il progresso civile, l'ipnotizzazione culturale via mass-media rischia di portare ad un regresso (vedi 194).
Purtroppo il risultato a cui ci si riferisce nella "cultura del risultato" credo sia quello personale: "io valgo molto perchè ottengo molti risultati", chi vale è il primo della classe, o quello che guadagna di più.
Ma questo che c'entra con la cultura?
Chi vale (valore come complesso di qualità che una persona possiede) può benissimo essere l'ultimo della classe, o può essere un valido artigiano che guadagna poco.
Il loro valore contribuisce alla cultura
Quindi non seguo la "cultura del risultato", direi invece che questo è un processo che assegna valori fittizi basati su criteri a volte completamente assurdi (vedi la ricerca della visibilità mediatica).
...se sono stato prolisso scusa, mi è venuta così...
sei scusato :O)
Purtroppo hai perfettamente ragione, Ros. La "cultura del risultato" è la "forma mentis del successo".
E' quello stile di vita per il quale fin da piccolo sei spinto a fare lo squaletto con i compagni di classe per elevarti nella scala sociale.
Un po' come in Giappone: avete presente, no, il Paese Civilizzato con uno dei tassi di suicidi più elevati al mondo?
Lì è una cultura strisciante da secoli, ma dal '45 i bambini sono indottrinati, gli studenti sono indottrinati e gli operai, gli impiegati... (Cantano l'inno della scuola ogni mattina!!!)
E se sei bravo da piccolo, hai "un'autostrada" di "luoghi privilegiati" lungo la tua vita. Se da piccolo ti ribelli o fai schifo, sei segnato.
Ps. con i risultati sociali e culturali LaNessie tanto ama...
Pps. Il commento denigra tutta la cultura giapponese a parte certi Manga, che ritengo divini!!!
io lo dico sempre che le bombe atomiche non erano sbagliate, erano poche :O)))
(attenzione: commento cinico e ironico. Nessuna risposta seria, grazie! :O)
Posta un commento