domenica, marzo 01, 2009

Domenica, piove e buio.
Mi sono presa una serata tutta per me davanti al computer, a fare tutto quello che mi si accumula: le mail, il blog, gli amici lontani.
Anche quelli vicini, a dir la verità.
Avevo bisogno di una serata di contatto col virtuale, dopo un week end governato dalla mia attività onirica.
Ho fatto un sogno venerdi notte e ci ho lavorato su per quarantotto ore. Neanche fossi Martin Luther King.
Il sogno, poi, in realtà era un orribile incubo fatto di gente che voleva uccidermi, razzi spaziali incendiari, meteoriti, Natalie Portman e le immancabili porte che si aprono su un lungo corridoio buio.
Raccontato così sembra il sogno ormonale di un adolescente maschio.
Invece è stato bruttissimo, tutto un incubo governato dalla paura di non riuscire a stare a galla, di affogare nel casino, di essere da sola, la chiave di volta su cui reggono le sorti del mondo, la tartaruga del Mondo Disco.
Il bisogno di avere un aiuto, un Atlante qualsiasi a cui lasciare il peso della terra per qualche minuto di relax. E sentire nel profondo che Atlante scappa senza neanche voltarsi indietro.
Il bisogno di sentirsi le spalle coperte.

Su questa storia delle spalle coperte mi è venuta in mente una cosa che devo avere letto o in Tex Willer o in Lucky Luke.
La storia del marito di Poker Alice che si sedeva sempre con le spalle contro il muro, nei Saloon, per controllare che nessuno gli sparasse alle spalle.
Poi una volta è stato costretto a cambiare posto e gli hanno sparano alle spalle.
Avevo pensato di raccontarvela come fiaba del come si sente la nessie in questo periodo.

Però non ero sicura che la storia fosse proprio così, allora sono andata a cercare su Farwest.it che è un sito geniale, ho scoperto, sembra scritto da Dinamite Bla in persona.
Ci sono frasi come "era infatti maledettamente abile con le carte da gioco..." e "aveva sempre a portata di mano una calibro 38 ben carica..."

La mia storia però, sul sito, non c'è.
C'è tutta una lunga biografia di Poker Alice, che era una rampolla della middle class britannica che invece del the si è appassionata al poker e ai saloon.
Ma sembra che Poker Alice abbia avuto tre mariti, uno morto di polmonite e l'altro tipo anche. Il terzo non si sa, ma se fosse quella storia geniale e metaforica delle spalle contro il muro, sono sicura che il curatore di farwest.it non se la sarebbe lasciata scappare.
Quindi a questo punto, o sbaglio io, o sbaglia Tex Willer o sbaglia Lucky Luke.
Però guardate cosa ho trovato: una foto di Poker Alice da vecchia.
E' o non è una vecchina adorabile?
Peste, è così che voglio diventare!



4 commenti:

lastreganocciola ha detto...

Questa storia del sedersi sempre con le spalle al muro... la sapevo anch'io, ma sono sicura di non avertela raccontata, Alice Poker non sapevo neanche chi fosse. Però mi sono sempre seduta, potendo, con le spalle al muro. E guarda un po', mi hanno colpito lo stesso senza che me ne accorgessi, però vicino al cuore.
Così, forse in tutto ciò c'è una metafora che va colta esattamente, nè più in là nè più in qua: e, dann, è un bersaglio maledettamente difficile, per tutti i diavoli!

Anonimo ha detto...

Forse che il problema è che era il marito di Calamity Jane, forse che?

lanessie ha detto...

KGgB: ma se ti dico che ti odio tu ci credi?
:-)

Anonimo ha detto...

Io proverò con una copia del capitale nel taschino...Sai mai :-D