E' UNA STRADA IN SALITA, COMPAGNI
Con giorni di ritardo abbocco all'amo della Strega Nocciola.
Parlo di politica.
Vorrei dirvi di Top Girl che ha pubblicato l'articolo Quanto sono trendy in militanti di forzanuova.
Ma ho appena parlato con uno Stakanov infuriato sull'argomento e so che il post lo farà lui.
Allora vi parlo della situazione di merda che vedo qui intorno.
Perchè il lavoro più bello del mondo, qui, è un piede nella politica cittadina e l'altro no.
Noi siamo del gruppo che no.
Però quello che succede lo vediamo.
E la realtà è che la sinistra - pd compreso e in testa, qualsiasi cosa esso sia - in questo momento, è sul lettino dell'analista. No, anzi, la sinistra è andata due o tre volte dall'analista, ha capito di non averne la costanza e si è data agli psicofarmaci.
Sbagliando le dosi, per altro.
Signori, siamo nella merda proprio.
Non esiste un punto di riferimento, non esiste un partito, neanche un partito di centro come di fatto è il pd.
Si stanno uccidendo con le lotte intestine, non dite che non ve l'ho detto, il giorno che crollerà la giunta.
E l'unica vera verità è che siamo in questa situazione perchè manca un progetto, manca una mèta, manca qualcosa da proporre al popolo bambino.
Perchè Celestini ha ragione quando dice che il PCI ha venduto il sogno della rivoluzione al popolo bambino per quarant'anni.
Ma è vero pure che anche il partito è un bambino, che nella rivoluzione ci credeva anche lui.
Adesso che non c'è più niente, proprio come i bambini quando si annoiano, non fanno altro che litigare.
E mentre loro, dentro, litigano, fuori aprono le centrali nucleari, costruiscono palazzine nei boschi, legalizzano la caccia indiscriminata e rendono trendy i militanti di forzanuova.
Sono pessimista.
Ma quando parlo con Stakanov al telefono scopro che si può essere più pessimisti di me, basta vivere a Varese.
Allora provo a raccontarvi cosa cerco di fare per conservare un po' di ottimismo.
Io faccio il lavoro più bello del mondo con il preciso scopo di salvare e supportare quelle reti sociali che, da sempre, sono state la speranza del futuro, anche nei momenti di merda, anche nel 1935.
Che sempre tutti si ricordano della fatica dell'inverno del '43, ma il '35 per gli antifascisti è stato peggio, immersi nel consenso dell'Impero.
E' in momenti come quello, come questo, che pensi che non ci siano speranze: almeno, nel 1943, c'era il CLN.
Nel 1935, però, c'erano le reti sociali.
C'erano le società di mutuo soccorso.
C'erano le cooperative, che ufficialmente erano del fascio, ma poi dentro ci capitavano tutti quelli come noi.
C'era l'Unità clandestina.
E, in extremis, c'era la Francia.
Tutto intorno, tutto intorno era consenso, libro e moschetto, ma sopravvivevano delle piccole oasi di antifascismo.
E' lavorando su tutto questo, nei discorsi in fabbrica, nei gruppi universitari, nei campi, che poi sono arrivate le brigate della guerra di spagna.
Ed è lì che siamo tornati a vincere, pur perdendo.
E' così che si fa, si lavora alla base, quando il vertice è fottuto.
Così, anche nei nostri blog, in questo momento, è successo questo.
Niente più grandi discorsi, niente megaprogetti da vertice, perchè il vertice non c'è.
Discorsi piccoli, piccole lotte quotidiane, piccole vittorie.
Ma soprattutto il mantenimento della rete, la nostra.
Io credo che se fuori ci è scappato via tutto di mano, dobbiamo stare attenti a non perdere nessuno dentro alle nostre oasi.
Come la carica dei 101 quando Pongo e Peggy contano tutti, e contrallano che neanche uno dei cagnolini si sia perso nella bufera di neve.
Serrare i cordoni intorno alle nostre reti: neanche uno deve perdersi nella bufera del fascismo di ritorno.
Siamo 101 su 60 milioni, forse.
Non possiamo permetterci di perdere nessuno.