giovedì, gennaio 11, 2007
RECENSIONE 3
C'è un signore che si chiama Marco Archetti.
E che scrive romanzi che potrebbe scrivere la mia amicaE.
Con dentro proprio personaggi della mia AmicaE: la coinquilina schizofrenica, l'amica trans, il lavoro nel ristorante, la padrona del ristorante MariaIncatenata, i traslochi, i soldi che non ci sono.
Vent'anni che non dormo, si chiama questo romanzo. E la storia è così uguale a un pomeriggioTheconleAmicheePiattodelContadinoeChiacchere che, insomma, mi sembrava di conoscerla già.
Ma questo signore Marco Archetti ha anche questa cosa che scrive in un modo meraviglioso.
Anche l'amicaE, eh, diciamolo. Ma questo signore Marco Archetti è un uomo, per dio, non te l'aspetti mica.
E scrive cose come:
"Maria Incatenata mangiava e ci serviva tutti. Poi prendeva la figlia in braccio, la guardava, il tempo di un frammento di madre, poi andava a metterla a letto".
e scrive anche cose come:
"Ci credo che non trova mai un uomo, ha sempre questo umore da cambiale!"
e anche
"Non sono stato un gran figlio per lui, me ne rendo conto. In spiaggia, fra di noi, era sempre guerra: lui cercava di trascinarmi in qualcosa e io facevo la Resistenza".
E poi tutta una serie di sinestesie, di metafore che sembra che questo signore Marco Archetti con le parole ci si diverta come un giocoliere, che le faccia girare in aria e trovi un equilibrio che tu non avresti mai immaginato.
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