SEMPRE L'IGNORANZA FA PAURA...
Oggi in realtà è venerdi.
Finisco di lavorare alle cinque e vado a casa a fare le valigie.
Mi trasformo in Nessie Elfo del Bosco, e domani sera sono in Svizzera ad un corso di didattica ambientale
Dove probabilmente morirò.
Mi faranno segnare i sentieri sulla corteccia, bere l'acqua dalla borraccia, camminare tra i rovi, gettare briciole per ricordarmi la strada, camminare in salita, accendere un fuoco, uccidere un cinghiale a mani nude per sfamarmi.
E' molto probabile che morirò.
Gli altri saranno tutti svizzeri, svizzeri crucchi, svizzeri abituati alla montagna, al bosco, alle intemperie, alle vipere e ai draghi volanti che sicuramente si nascondono tra i rami.
E quando non sono svizzeri, lo conosco. E so per certo che è abituato alla montagna, al bosco, alle intemperie, alle vipere e ai draghi volanti.
Io no.
E' sicuro che morirò.
Ma oggi non mi preoccupo, perchè per adesso è ancora venerdi.
E mi è successa una cosa incredibile.
Ho avuto a che fare con l'ufficio comunicazione di Roma.
E mi sono scritta con la referente.
La referente è Silvia Baraldini.
Quella Silvia Baraldini.
Quella che la cantavamo ai concerti di Guccini, che avevamo la maglietta con scritto "Sempre l'ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte".
Che siamo andati alle fiaccolate, per lei, e abbiamo firmato le petizioni. Migliaia, di petizioni.
La Silvia Baraldini che abbiamo festeggiato quando Diliberto ha ottenuto la sua scarcerazione.
Silvia Baraldini io avevo le sue foto sul diario.
Silvia Baraldini sta alla mia generazione come Ho Chi Min a quella del '68.
E io lavoro con lei, in qualche modo.
Se non vi è mai capitato di provare un'emozione politica, sappiate che è questo.
E' la stesso tipo di emozione di quando sali sulla collina dietro al Circo Massimo, a Roma, e vedi bandiere rosse a perdita d'occhio. O di quando ti incontri con i pullman delle altre regioni in un autogrill toscano alle otto del mattino. O ancora quando senti raccontare un partigiano.
E' un tipo di emozione diversa, l'emozione politca. E oggi io ne sono completamente immersa.
Dovete provarla, per capirmi. Io non ve la riesco a spiegare.
E la conclusione di questo post bipolare è questa
Finisco di lavorare alle cinque e vado a casa a fare le valigie.
Mi trasformo in Nessie Elfo del Bosco, e domani sera sono in Svizzera ad un corso di didattica ambientale
Dove probabilmente morirò.
Mi faranno segnare i sentieri sulla corteccia, bere l'acqua dalla borraccia, camminare tra i rovi, gettare briciole per ricordarmi la strada, camminare in salita, accendere un fuoco, uccidere un cinghiale a mani nude per sfamarmi.
E' molto probabile che morirò.
Gli altri saranno tutti svizzeri, svizzeri crucchi, svizzeri abituati alla montagna, al bosco, alle intemperie, alle vipere e ai draghi volanti che sicuramente si nascondono tra i rami.
E quando non sono svizzeri, lo conosco. E so per certo che è abituato alla montagna, al bosco, alle intemperie, alle vipere e ai draghi volanti.
Io no.
E' sicuro che morirò.
Ma oggi non mi preoccupo, perchè per adesso è ancora venerdi.
E mi è successa una cosa incredibile.
Ho avuto a che fare con l'ufficio comunicazione di Roma.
E mi sono scritta con la referente.
La referente è Silvia Baraldini.
Quella Silvia Baraldini.
Quella che la cantavamo ai concerti di Guccini, che avevamo la maglietta con scritto "Sempre l'ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte".
Che siamo andati alle fiaccolate, per lei, e abbiamo firmato le petizioni. Migliaia, di petizioni.
La Silvia Baraldini che abbiamo festeggiato quando Diliberto ha ottenuto la sua scarcerazione.
Silvia Baraldini io avevo le sue foto sul diario.
Silvia Baraldini sta alla mia generazione come Ho Chi Min a quella del '68.
E io lavoro con lei, in qualche modo.
Se non vi è mai capitato di provare un'emozione politica, sappiate che è questo.
E' la stesso tipo di emozione di quando sali sulla collina dietro al Circo Massimo, a Roma, e vedi bandiere rosse a perdita d'occhio. O di quando ti incontri con i pullman delle altre regioni in un autogrill toscano alle otto del mattino. O ancora quando senti raccontare un partigiano.
E' un tipo di emozione diversa, l'emozione politca. E oggi io ne sono completamente immersa.
Dovete provarla, per capirmi. Io non ve la riesco a spiegare.
E la conclusione di questo post bipolare è questa
Che. a questo punto, se il prossimo week end io dovessi morire nei boschi sbranata da un tasso, mi sentirei completamente imbecille.
4 commenti:
Non volevo dirtelo... ma qualcosa del genere c'era anche a Torino...
Ma, del resto, che gusto c'era a non espatriare per un po', prima che ci tolgano legalmente il diritto di farlo?
^_^
W Silvia, e baci quasi svizzeri!
stronzooooooooooooooooo!!!! a torino?!? mi avrai sulla coscienza!
:O)
Silvia LEI Baraldini...Ma la senti dinuovo? Glielo
chiedi se ha ricevuto le mie cartoline? Glielo dici
che io e tua sorella abbiamo disegnato il video della
sua canzona da regalare a Paolino? Glielo dici che
pensavo a lei quando mi hanno fatto compilare il
foglio con le domande stupide, per entrare in america?
Diglielo che è stata l'immaginario della nostra
adolescenza. Che Guccini parlava di lei nei concerti.
Diglielo che quando l'hanno portata a casa volevamo
andarla a prendere anche noi.
Che storia.
Un bacio, amica. Mi spiace un po' lasciarti andare in
svizzera da sola.
Le ultime due volte siamo morte insieme :-)
non lo so se le scrivo ancora.
Ma se si glielo dico sicuro.
E non ti preoccupare, per la svizzera...sarai il mio ultmo pensiero! :O)
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