martedì, dicembre 05, 2006
IL PAPAVERO E IL TRENO
Che c'è una cosa difficile, in questa primavera, ed è sentirsi un po' meno felice degli altri.
Allora si trovano le ragioni per essere felici uguali, o di più, e le ragioni sono poi quelle del post di ieri, che sono il treno che ti aspetta, il week end a Venaus, un amico alla stazione, la scuola con centomila gradini, uno stipendio a fine mese.
Che sono cose belle, sono cose importanti, sono importanti come un papavero a primavera. Uno, però.
E poi ti succede che ti sembra che anche quel papavero lì intanto non basti, e poi che neanche quello riesci a godertelo come lo vuoi.
Che c'è una buona ragione...magari un treno che passa di lì, vicino alla massicciata e gli strappa i petali, al papavero...non è mica colpa del treno, eh, però intanto il papavero, che già era uno solo, rimane lì a metà.
Allora ti senti soffocare come se di colpo fosse luglio, uno di quei lugli così afosi che ti manca il respiro.
Non è mica colpa del treno, non è mica colpa dell'estate, che hanno le loro ragioni per arrivare, ma ti sembra che non respiri più.
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2 commenti:
a volte papaveri e papere si sporgono tutti di traverso ai binari, convinti che ogni treno si possa fermare. perchè loro sono così belli, e fanno tanta fatica e anche i treni lo sanno. ma anche un treno ha la sua vita di treno, a volte, e non può viaggiare con il freno d'emergenza sempre in funzione.
E poi bisogna che ci dici che treno è, che noi amici papaveri ci andiamo a spaccare la faccia, e a rigare le fiancate. Anche se il treno non può stare attento sempre, magari con le fiancate rigate, quando ci passa vicino alla nessi fa un po' più attenzione.
Siamo un prato così bello perchè siamo tanti papaveri, che se a me manca un petalo ce lo metti tu. E' il meraviglioso colpo d'occhio che conta.
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