Se avessi scritto stamattina, sarebbe stato un post tutto miele e felicità, dopo un mese di cuore buttato oltre l'ostacolo, di quattromila chilometri di viaggio, di una settimana di gioia casalinga, che per due come me e l'omm della tempesta vuol dire tanto, è il nostro corso di sopravvivenza.
Modulo uno: lo sopporterai alla grigliata di varesotti?
Modulo due: vi sopporterete, stanchi, al giovedi sera?
Modulo tre: ti sopporterà che non cucini se non hai le cipolle?
Due come noi, la routine quotidiana li terrorizza che neanche le sanguisughe nel letto.
E invece tutto bene, tanto che se avessi scritto stamattina mi avreste odiata, sareste rimasti appiccicati alla tastiera per il fiume di melassa e dolcezza, sarei stata l'ameliamonti dei blog.
Per fortuna c'è stata la pausa pranzo, così che tutto sia potuto tornare nell'insopportabile routine d'insofferenza e io adesso possa scrivere con l'adeguato nervoso da rientro e la giusta percentuale di recriminazione.
Così che io possa rendere pepato questo post, alzandone l'audience.
Sono tornata a casa dopo praticamente un mese, eccezion fatta per un veloce salto abbronzato durato meno di tre ore.
Ci sono delle volte che tornare a casa è veramente la cosa più bella del mondo, io oggi era così, perchè sapevo che la casa era vuota, pulita, silenziosa. Con la mia doccia, la mia maschera per i capelli, le mie creme, i miei vestiti puliti, quelli che non vedevo da più di un mese, i Vestiti Scartati, i Vestiti Oliver Twist.
Risalivo il vicolo senza neanche il fiatone da zaino, pregustando il riso pilaf che mi aspettava sulla mensola, ma soprattutto la doccia.
Adesso lo so che, visti i toni, vi aspettate il Grande Disastro. Tipo, non so, io che entro in vico dolcezza e trovo scarafaggi, topi, cavallette, frigo sbrinato, fogne esplose.
No, niente di tutto questo, spiacente per l'audience.
Però ho trovato la sabbia del gatto sparsa ovunque (e il gatto è in vacanza).
Lo yogurth marcio in frigo
Il ribes semovente
Il formaggio verde
Queste non sono cose che uno arriva e dice A-mehaie, ben tornata a casa.
Queste sono cose che una le viene in mente che non è trent'anni l'età per il conquilinaggio.
Che c'è un'età dove sopporti a malapena le tue imperfezioni, ben poco quelle di un compagno, per niente quelle altrui.
Queste sono cose che per cinque minuti ho pensato a vendette tipo Paolino Paperino e Anacleto Mitraglia.
Poi ho fatto un respiro profondo, una doccia calda, una maschera ai capelli.
Poi mi sono pesata e, nonostante un mese di vita debosciata, ho scoperto che non avevo ripreso un grammo.
I gelati spagnoli, evidentemente, non ingrassano.
Poi ho mangiato il mio riso pilaf leggendo Q.
Allora lì, la vita ha ricominciato a sorridermi.
A- mehaie, ben tornata a casa.
Nonostante i chilometri che separano la tua vita dalla sua versione ideale.
Ma a chiudere in bellezza, la ciliegina sulla torta dell'insofferenza, non poteva mancare una telefonata con l'omm della tempesta in versione Isaia, in versione rana nel pozzo (problema: una rana passa un mese a risalire passettino per passettino nel pozzo delle difficoltà. Appena termina il mese, ecco che tutto torna come prima e la rana ripiomba nell'acqua gelida dell'inconcludenza. Quanto tempo impiegherà la rana a capire di averne i coglioni pieni del pozzo, delle difficoltà e anche dei passettini?).
Così sono tornata in arci.
A-mehaie, ben tornata al lavoro.
Per il resto c'è da aspettare il pozzo.
E il pendolo.
3 commenti:
mi dispiace molto per questo amaro rientro.
Ecco, e qui vorrei fare ammenda, perchè il frigoirifero marcito è tutta colpa mia, tutta. La Ragazza Fuori Moda mi aveva detto che mi lasciava le cosine nel frigo se avevo fame mentre pitturavo i mobili e io me le sono dimenticate. Sic! Non divorziate per colpa mia :-)
f, per favore, potresti firmarti in qualche altro modo? Quel preciso e puntato segno grafico mi fa crescere i canini e non pensavo.
Tipo "Anonimo Firmino".
scusa e.
Non capisco, ma ti accontento volentieri :-9
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