giovedì, novembre 25, 2010



Progetti a lungo termine ogni coppia fa quel che può.
Noi, per ora, abbiamo pensato che ci compriamo un' R4.
Un'R4 con l'apostrofo, che lo sanno tutti che le Renault 4 sono femmine.

Ci sono mille ragioni per questa scelta.
Intanto perchè l'idea ci piace da impazzire.
Poi perchè io ho tutta una storia di R4 e lui anche.
Perchè è la macchina che c'entra di più con noi.
Stramba.
Indistruttibile.
Fuori moda.
Fuori commercio.
Francese.
Inequivocabilmente di una generazione precedente.
E così in tono con i vicoli di genova.

Ci serve qualcuno che ce la regali perchè vuole comprarsi una macchina vera, che noi paghiamo il passaggio di proprietà.
Ovviamente la vorremmo rossa.
Ma va bene di qualsiasi colore.
Perchè tanto, la cosa più bella di tutta questa storia, è che compriamo un' R4 soltanto perchè abbiamo un gruppo di amici bellissimi che adora cacciare le mani nel motore unto e bisunto e ripararci il pezzo introvabile.
E, anche, che ci aiuterà a verniciarla di rosso, l'r4, se anche la troviamo bianca.
E poi ci metteremo l'autoradio.
Come avevo fatto io nella mia, di r4, con tutto un sistema di listelle di ferro che neanche il meccano, per reggere un'autoradio di quelle con la maniglia e le cassette.
E poi ce ne andremo in giro con la nostra r4 senza riscaldamento, senza aria condizionata e senza finestrini elettrici. Con un sacco di spazio nel bagagliaio e il cambio alto.
Con un sacco di simbolismi e di ricordi e di significati.
Con un modo che c'entra tutto con noi, con la nostra vita e con le nostre scelte.
L'r4 rossa.
Ci feremeranno tutti i carabinieri del mondo.

domenica, novembre 21, 2010



E poi arrivano delle domeniche che ci siamo scoperti innamorati.
Ma non innamorati semplici.
Innamorati pazzi.
Arrivano delle domeniche che fuori è inverno.
Ma dentro è tutto un amore che non ci si può credere.

Perchè non è semplice vivere con noi.
Lui per le sue ragioni.
Che sono tante e che si riassumono nella frase della E.S. che disse "Va beh, e cosa pensa, di essere Un uomo semplice?".
Io perchè vivere con me è un lavoro.
Mi dimentico le cose.
Lavoro 150 ore al giorno.
Ho sempre una cosa da fare che mi ero dimenticata di dirgli.
Quando non lavoro, ho turno al circolo luogo dell'anima.
E non mi piace nè il cavolo nè lo stoccafisso.
Odio lavare i piatti.
E sviscerare il pesce all'alba per i gatti, anche se poi lo faccio lo stesso.
I piatti, invece, non li lavo quasi mai.
C'è sempre una cosa in cui inciampo, un bicchere che rompo, una cosa che non mi ricordo dove l'avevo messa.
E faccio delle scene isteriche se vedo i topi, come quella volta che è dovuto venirmi a prendere sotto casa.
Ci sono domande che faccio mille volte e mi dimentico sempre la risposta.
Continuo a non capire come si chiude la finestra della camera.
Non mi piace la sua felpa verde, e non mi va che giri con uno zaino microscopico sulla sua schiena larga.
Sono una terrificante rompicoglioni.
Devo stare attenta alla curva glicemica.
E non riesco a memorizzare la sua data di nascita.
L'anno si, ma non il giorno.
Quindi sappiamo già tutti e due che sbaglierò con gli auguri.
Quando non lavoro e non ho il turno, ho il coro.
E quando non lavoro, non ho il turno e non ho il coro, ho le riunioni con l'associazione ranocchia.
Lascio immancabilmente il pranzo che lui mi ha cucinato con amore nel frigo, la mattina, e mi compro una pizzetta alle 2.
Nove volte su dieci, quando mi chiama, bisbiglio al telefono Scusa sono in riunione, ti richiamo.
E poi torno a casa e mi faccio dei pianti lacrimosi sulle mie responsabilità da dirigente.

Quindi, capirete bene che non è banale.
Scoprirsi una domenica così innamorati.
Io non ci avrei scommesso una lira. Perchè sono un'inguaribile ottimista sempre.
Tranne che sull'amore.
L'amore per me è un bicchiere mezzo vuoto.
E invece è successo.
Dopo un pranzo dai suoceri, tra l'altro.
Che dovrebbe essere una di quelle cose che uccidono l'amore e gli ormoni con un preciso colpo alla nuca.
Invece niente.
Dopo i suoceri c'è stata una luce invernale al porto antico che valeva la pena di vivere, e poi la mostra di Costantini, e tornati a casa eravamo così innamorati.
Così innamorati che poi lui è andato al Circolo Luogo dell'anima, che era il suo turno in cucina.
E io sono rimasta a scrivere la newsletter e adesso il blog, invece che cambiare le lenzuola e piegare i vestiti asciutti.
Così innamorati che lui tornerà e scoprirà che ho snobbato la sua cena in frigo e mi sono fatta un'insalata.
E che il mio gatto ha di nuovo pisciato sul copridivano.
Lui tornerà, e avrà una felpa verde.
Ma nonostante tutto, e per tutto questo, saremo ancora innamorati.

venerdì, novembre 19, 2010

IO, IN QUESTI GIORNI, MI SENTO COSI'
...e a chi vi dice che la crisi è passata, sputategli in un occhio.

domenica, novembre 14, 2010



Torno a scrivere, finalmente.
Casa da sola, freddo maiale, newsletter del circolo Luogo dell'anima scritta, gatti sfamati.
Torno a scrivere sull'onda delle fotografie del Popolo delle Primarie di Milano.
Le avete viste, le foto? Sono meravigliose.
Se una è cresciuta a pane, costituzione ed esercizio della democrazia, sono foto bellissime.

Io penso che le primarie siano l'unica cosa bella che abbia fatto il Pd.
E il fatto che sia una cosa bella, lo dimostra il fatto che tutte le volte che il Pd va alle Primarie, il candidato del Pd perde.
Non è nel destino del Pd, fare una cosa bella, rinvigorente e democratica.

Io scrivo, ma mica lo so se ha vinto Pisapia, a Milano.
Io ci spero, che Boeri è troppo bello e troppo architetto per essere un candidato di sinistra.
E poi è il candidato del Pd.
Se c'è una cosa che è riuscito a fare il Pd, è stato creare un immediato scetticismo negli elettori di sinistra: se è candidato uno del Pd, allora ci deve essere per forza qualcuno più a sinistra.

Segna il limite, il pd.
La linea è: si vota alla sua sinistra.
E' come una bottiglia d'acqua quando hai perso il misurino e devi fare una torta con la giusta quantità di latte.
Usi la bottiglia per misurare 250 cc, mica l'acqua che conteneva.
Il Pd è uguale.
Le primarie le può fare solo il Pd. Che nessun altro ha ancora una simile macchina organizzativa e una presenza capillare.
Il Pd organizza le primarie, noi ci andiamo e votiamo a sinistra del loro candidato.
Se la vedete da questa prospettiva, è divertente.
E' come farsi passare il compito di greco dal compagno secchione e prendere un voto più alto di lui.

Io spero che vinca Pisapia.
E che a quel punto non si giochi al pallone è mio e se l'attaccante è Pisapia, allora me lo porto via.
Io spero che Pisapia sia il candidato sindaco di tutto il centro sinistra.
E se a Letta non gli sta bene, che si impicchi.
Che fondi il partito del cilicio con la Binetti.
Che vada con Rutelli.
Il quale andrà con Casini.
Che a sua volta andrà con Fini.
Che Letta vada con Fini, ma che almeno non ci porti con sè.

Io con Fini non ci vado, e quelle persone dalla faccia veramente milanese, come la signora cinese tutta sorridente che si vedono nelle foto ai seggi di Milano, non ci vogliono andare neanche loro.
Sono lì a dimostrarlo.
Sono lì a dire che c'è bisogno di sinistra.

Io mi trovo a ringraziarlo, il Pd, per questa faccenda delle Primarie.
Anche se ci fanno pagare 2 € per ricordargli che siamo di sinistra.
Io li pago felice 2 € se serve a dare uno schiaffo morale a quel cretino di Letta.
E a tutti quelli che dicono che al centro si vince.
Ai nati vecchi.
A quelli che parlano come Napolitano ma hanno 40 anni.
A quelli del Pd che pensano che comunque gli zingari rubano.
A quelli del Pd che pensano che, comunque, il fine è la crescita economica e la produzione.
A quelli del Pd che si vergognano di essere stati comunisti. E che dicono che, insomma, i Cpt, se sono clandestini...
Se io fossi di Milano.
2 € al Pd per dire che il Pd è uno schifo, glieli davo tutti.
Cosa sono 2€ davanti all'ennesima conferma che il popolo è sempre, sempre più avanti della propria classe dirigente?
Anche se vincesse Boeri.
E io scommetto che non vince.
Ma anche se vincesse, il 45% degli elettori avrebbe dato 2€ al Pd per dichiarare di essere più a sinistra dei propri rappresentati.
Dopo è un po' dura continuare a sostenere che è al centro, che si vince.