giovedì, novembre 30, 2006
ERA MEGLIO CHE MORISSE DA PICCOLA, SOFFOCATA DA UN CAVATURACCIOLI...
Io una così ce l'avevo in classe. Non mi ricordo in quale classe. Escludo le elementari. Forse i primi due anni delle medie. Forse quando ho cambiato, alle medie del Conservatorio. O forse, probabilissimo, in una delle due sezioni del Colombo Classico. Allo sociopsicopedagogico no, lo escludo, che una così l'avremmo picchiata e adesso si vedrebbe la dentiera.
Comunque una così io ce l'avevo in classe. Stessa faccia. Bionda. Che questa in effetti è tinta e tinta da schifo, e quella forse era bionda vera. Ma tanto bisogna essere bionde dentro per andare ad una manifestazione di Forzitalia, e quelle lì sono bionde dentro tutt'e due.
In ogni caso questa qui, che aveva un nome corto, qualcosa come Chiara, Laura, Sara, questa Chiara o Laura o Sara non la si vedeva mai. Sempre da sola nel suo banco, tanto che non mi ricordo neanche che classe era perchè non riesco a collegare la faccia ad un contesto.
Però mi ricordo che aveva un gatto, questa Chiara, Laura o Sara e sempre parlava del suo gatto. Anzi era una gatta. Bianca col pelo lungo. Aveva tutte le foto sul diario, quelle me le ricordo.
E suo papà non pagava le tasse.
Me la ricordo questa cosa, perchè quando lei non parlava della gatta con il pelo lungo parlava di suo papà che era troppo furbo perchè non pagava le tasse.
Che a me già i gatti non mi piacciono, ma mi piacciono meno quelli che non pagano le tasse.
E così adesso Chiara, Laura o Sara disegna magliette con scritto "Il leone della libertà" o i boxer con scritto "ho pagato le tasse di Prodi" e fa le foto con il "kit di Forzitalia in manifestazione". E chissà come si diverte.
E chissà dov'è la sua gatta con il pelo lungo, che se la incontro la metto sotto con la macchina.
mercoledì, novembre 29, 2006
5a D, CAMPO DE' FIORI.
I bambini mi dicono che oggi in realtà c'era la verifica di scienze.
E io dico ai bambini che non sono d'accordo a valutare una persona la prima volta che la vedo. Come faccio, dico ai bambini, a darvi un voto senza neanche conoscervi? E' sbagliato, dico.
Così prendiamo il quaderno di scienze e ci mettiamo a parlare di Galileo Galilei. E nasce una discussione: ha fatto bene ad abiurare, Galileo Galilei? Voi cosa avreste fatto?
Entra la maestra di italiano.
I bambini hanno da fare la verifica di scienze, mi dice, sui pianeti del sistema solare.
Veramente, dico io, si stava facendo un'interessantissima discussione su Galileo Galilei: qualcuno pensa che abbia fatto bene ad abiurare altri pensano che non avrebbe dovuto farlo.
La maestra ha lasciato detto di fare la verifica, mi dice quella di italiano, mica di parlare di Galileo Galilei.
Così ho abiurato e abbiamo fatto la verifica. E hanno scritto cos'è il nucleo, hanno disegnato un vulcano, hanno detto di Pompei, di Ercolano, hanno unito con una freccia le affermazioni e i pianeti corrispondenti ("è il pianeta più freddo" "è il pianeta più lontano dal sole"...) e hanno dato la definizione di Astro, di Pianeta e di Nebulosa.
Mai un Giordano Bruno nei paraggi, quando servirebbe.
martedì, novembre 28, 2006
LETTERINA
Caro Babbo natale,
io quest'anno vorrei un sacco di cose che sono: le balene che non si spiaggiano più, uno tsunami su Rimini, Riccione e il Billionaire a Ferragosto, un inedito di Fabrizio De Andrè, una libreria di 500.000 volumi, una casa diecimila scalini mille anni e non so più quanti bambini, Salvador Allende presidente del consiglio, Sepulveda che mi racconta le fiabe della buona notte, C'est la guerre al festival del teatro di Avignone, un viaggio in Cile con una moto e poi però non voglio morire in Bolivia, i giornalisti di Libero in Cassa Integrazione al posto di quelli del Manifesto, il profumo sul cuscino che non va via già la mattina dopo, i capi di H&M a cucire magliette orribili in Vietnam, la decrescita, il tempo per cucinare le torte, la chiarezza mentale, dei capelli che tengono la piega, il teletrasporto, una casa con tutti i miei amici per fare le chiacchere, trovarmi in un film di Truffaut, la foresta pluviale che invade Manhattan, i SUV fuorilegge, io e il prof. Baher sotto la pioggia sporchi di fango.
Caro Babbo Natale, questo è proprio quello che vorrei.
Però se proprio non ce la fai io mi accontanto anche di:
un mascara di Coin, dei maglioni aderentini e delle magliette a maniche corte con lo scollo che lascia fuori le spalle, delle collant belle colorate, il film di Deaglio, il libro con le prime pagine del Manifesto, le cuffie per l'ipod ma non quelle proprio per 'ipod anche altre che costano meno, un paio di jeans taglia 44, una borsa indiana ma elegante, un cd pieno di Mp3 che non ho, collane e orecchini a costo zero.
E se spuntasse fuori un innaspettato zio d'australia, nonno d'america, bisnonno d'argentina, l'abbonamento a coupon al Manifesto.
Grazie
Un bacino sul naso freddo
La nessie
lunedì, novembre 27, 2006
DELLA GIOIA E DELLA PERFEZIONE DI ESSERE AL POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO.
Io, quando hanno eletto il papa nazista non ero al posto giusto. Ero seduta sul mio letto a cucire la scenografia per uno spettacolo, tutta sola, con la radio che "habemus papam...".
E quello non era il posto giusto, il posto giusto sarebbe stato essere con Mario Monicelli che poi ha detto quella cosa bellissima, che ha detto: "se io facessi un casting per scegliere l'attore a cui fare interpretare un papa, io uno con la faccia di ratzinger non lo selezionerei mai". Quello era il posto giusto.
Invece ieri, ah ieri, ero nel migliore dei posti possibili a vedere il collasso del berlusca.
Perchè ero a casa dei genitori del mio amicissimo JP: Cervesina, nella bassa vogherese (!).
E io ci voglio bene ai genitori del mio amicissimo JP, però ecco, che io la prima volta che sono entrata a casa loro e ho visto le spilline di Forza Italia io quasi quasi torno a genova in monopattino, che santo dio io non ci sono abituata. Che io penso sempre che quelli che votano forza italia non esistono veramente, è un trucco, che li creano a cinecittà. E invece loro esistono, che li conosco proprio e nonostante tutto ci voglio un po' di bene.
Ed eravamo lì, nella cucina di cervesina a mangiare polenta, mica cus cus, e a litigare di politica (perchè ci voglio bene, ma mica che li faccio passare indenni attraverso le forche caudine delle mie convinzioni)...e di colpo berlusconi collassa in tv.
E io e tutta la mia compagnia teatrale gramsci29, che si chiama Gramsci29 per un'altra ragione che non è Gramsci, ma anche un po' per gramsci, e tutti eravamo lì tra la polenta svuncia di cervesina e un bicchiere di rosso corposo, io e tutta la mia compagnia teatrale gramsci29 ci si mette ad applaudire, a saltellare sulle sedie, a dire in coro "un ictus! un ictus!".
E il nonno partigiano del mio amicissimo Jp ci guardava dalla foto sulla credenza, il Comandante Bill.
E quello era tantissimo il posto giusto al momento giusto.
Io, quando hanno eletto il papa nazista non ero al posto giusto. Ero seduta sul mio letto a cucire la scenografia per uno spettacolo, tutta sola, con la radio che "habemus papam...".
E quello non era il posto giusto, il posto giusto sarebbe stato essere con Mario Monicelli che poi ha detto quella cosa bellissima, che ha detto: "se io facessi un casting per scegliere l'attore a cui fare interpretare un papa, io uno con la faccia di ratzinger non lo selezionerei mai". Quello era il posto giusto.
Invece ieri, ah ieri, ero nel migliore dei posti possibili a vedere il collasso del berlusca.
Perchè ero a casa dei genitori del mio amicissimo JP: Cervesina, nella bassa vogherese (!).
E io ci voglio bene ai genitori del mio amicissimo JP, però ecco, che io la prima volta che sono entrata a casa loro e ho visto le spilline di Forza Italia io quasi quasi torno a genova in monopattino, che santo dio io non ci sono abituata. Che io penso sempre che quelli che votano forza italia non esistono veramente, è un trucco, che li creano a cinecittà. E invece loro esistono, che li conosco proprio e nonostante tutto ci voglio un po' di bene.
Ed eravamo lì, nella cucina di cervesina a mangiare polenta, mica cus cus, e a litigare di politica (perchè ci voglio bene, ma mica che li faccio passare indenni attraverso le forche caudine delle mie convinzioni)...e di colpo berlusconi collassa in tv.
E io e tutta la mia compagnia teatrale gramsci29, che si chiama Gramsci29 per un'altra ragione che non è Gramsci, ma anche un po' per gramsci, e tutti eravamo lì tra la polenta svuncia di cervesina e un bicchiere di rosso corposo, io e tutta la mia compagnia teatrale gramsci29 ci si mette ad applaudire, a saltellare sulle sedie, a dire in coro "un ictus! un ictus!".
E il nonno partigiano del mio amicissimo Jp ci guardava dalla foto sulla credenza, il Comandante Bill.
E quello era tantissimo il posto giusto al momento giusto.
ED, IMMANCABILE, ECCO LA RICETTA.
Torta di zucca e cannella
Ingredienti :
450 g di pasta frolla 700 g di zucca 1 mela renetta 80 g di uvetta una arancia non trattata 120 g di zucchero 20 cl di panna 3 uova 40 g di burro 1 cucchiaio di farina 1 bustina di vanillina 1 pizzico di cannella
Ricetta :
Monda la zucca e la mela e tagliale a cubetti. Gratta la scorza d'arancia. Fai bollire l'acqua in una piccola casseruola, poi tuffa l'uvetta per 30 secondi circa. Sgocciola l'uvetta. Spremi l'arancia e versala sull'uvetta. Lascia marinare. Fai fondere il burro in una casseruola, aggiungi la zucca e la mela e lascia cuocere finché saranno spappolate. Aggiungi l'uvetta, lo zucchero, la vanillina, le uova e la cannella. Mescola bene il tutto e metti da parte. Scalda il forno a 210°. Stendi la pasta frolla su uno stampo da dolci e copri con carta da forno. Adagia qualche fagiolo sulla pasta frolla e metti in forno per 10 minuti. Quando la pasta sarà cotta guarniscila con la preparazione. Metti in forno ancora per 30 minuti e servi.
MAI PIU' SENZA: IL TEST DELLA TORTA! LA NESSIE "TORTA DI ZUCCA"
You Are Pumpkin Pie |
What Kind of Pie Are You?
venerdì, novembre 24, 2006
giovedì, novembre 23, 2006
COME MADAME CURIE
Prima scena:
Io, mi suona la sveglia, tiro fuori un piede, ritiro dentro un piede. Tiro fuori l'altro piede, ritiro dentro l'altro piede. Allungo una mano, ritiro dentro la mano. Apro gli occhi. Li richiudo. Alla fine mi alzo. Ci sono voluti 35 minuti.
Seconda scena:
Io, avvolta in una coperta di lana rossa e grigia, maglione pesante, calzini di lana, capelli tirati su con una pinza, occhiali appannati, the caldo in una mano, con l'altra scrivo - solo con l'indice, per non tirare fuori tutta la mano dalla coperta - la tesina del Master.
Terza scena:
Apro il rubinetto dell'acqua calda. L'acqua è fredda. Fredda. Fredda. Freddina. Caldina. Caccio la testa sotto l'acqua. . Aspetto 5 minuti gocciolante nel lavandino. Riapro il rubinetto dell'acqua calda. L'acqua è fredda. Fredda. Fredda. Freddina. Caldina. Ricaccio la testa sotto l'acqua. Che a questo punto è freddina. Fredda. Chiudo il rubinetto. Mi metto lo shampoo sui capelli. Riapro il rubinetto dell'acqua calda. L'acqua è fredda. Fredda. Fredda. Freddina. Caldina. Mi scacquo la testa sotto l'acqua. Che a questo punto è freddina. Fredda. Chiudo il rubinetto. Aspetto 5 minuti gocciolante e insaponata nel lavandino. Riapro il rubinetto dell'acqua calda. L'acqua è fredda. Fredda. Fredda. Freddina. Caldina. Ricaccio la testa sotto l'acqua. Che a questo punto è freddina. Fredda. Chiudo il rubinetto.
Ho ancora un po' di shampoo sui capelli. Che si fottano. Accendo il phon. Asciugo i capelli. Rimango con il phon acceso un sacco di tempo più del necessario.
Quarta scena:
Esco di casa. Apro il portone, faccio le scale, arrivo in strada e, tra vento e pioggerella umida, finalmente comincio a scaldarmi.
Trama:
Ci si è rotta la calderina.
mercoledì, novembre 22, 2006
BEN PIU' DI MIA MARTINI
A proposito del circolo Mia Martini di cui mi eleggo come minimo portavoce se non presidentessa, visto il periodo...
Premesso che non sono una che chiamerebbe Vanna Marchi per un pugno di sale, che non uso le bamboline voodoo neanche quando servirebbe, che non credo nei segni zodiacali e che non so calcolare il mio ascendente nè quello degli altri, che se bisognasse credere alla lettura della mano dovrei essere già morta tre volte e che i fondi del caffè li guardo solo perchè secondo me fanno dei disegnini bellissimi...
...premesso questo, io c'è una cosa a cui credo. Ed è che Elton John porta sfiga.
E chiedetelo a Lady D., a Freddie Mercury, a Versace, a Nurejev se non è vero che porta sfiga, alla faccia della profezia che si autoavvera!
In ogni caso, se non bastasse il premio dei Guinnes dei Primati per il maggior numero di partecipazioni ai funerali, questa è l'ultima del baronetto per convincere voi scettici e razionali:
l'ultima è che la Spice Girl anoressica, quella che sembra su una copertina di Vogue anche quando va a fare la spesa, quella che ha il marito che sembra Ken il marito di barbie, quella lì non si sa come ha avuto dei figli. Un tot ne ha avuti, mica uno. Tre, mi sembra.
Di questi tre, uno ha l'epilessia. Uno solo. E qual'è? Quello che il suo padrino è Sir Elton John!
Io, se potessi, Elton John gli farei fare un concerto al prossimo meeting della Banca Mondiale.
NON POTEVA CHE CONCLUDERSI CON UNA DIAGNOSI COSI', QUESTA GIORNATA DI ASTRI INVERSI
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martedì, novembre 21, 2006
lunedì, novembre 20, 2006
VOLGARITA' ECOLOGISTE
...e per restare in tema di demoni, mondi Disco e sparare sui missionari, vi racconto anche la Campagna Anti-SUV che io e il Compagno Pastore abbiamo progettato sabato sera.
Avvertenza: la campagna anti-SUV prevede l'utilizzo di termini che potrebbero urtare la vostra sensibilità. Continuate a leggere solo se maggiorenni, ecologisti e dotati di ironia.
Nella versione originale, la campagna anti SUV prevedeva un volgare (uuuh, quanto volgare) appiccichino da attaccare sulle nostre macchine sfigate con scritto "No SUV: A ME DI GRANDE BASTA IL CAZZO".
Maschile, volgare. Il miglior modo di Predersi delle randellate. Randellate ecologiste per una buona causa. Ma insomma.
Quindi l'idea è stata migliorata, raffinata, e metaforizzata.
E adesso prevede ronde notturne per attaccare sui SUV medesimi il seguente appiccichino:
TUA MOGLIE MI HA DETTO CHE A ME NON SERVE LA MACCHINA GRANDE.
NO SUV.
Così, una campagna freudiana.
Un po' volgare forse. Ma efficace.
COSI'...CHE L'HO LETTO E MI SEMBRAVA CHE CI STESSE BENE CON IL PERIODO
"... Cosa abbastanza peculiare, gli dei del Mondo Disco non si sono mai preoccupati di giudicare le anime dei morti e così le persone vanno all'inferno se lì è dove credono, nel profondo del cuore, di meritarsi di finire. Non ci finirebbero, ovviamente, se non ne conoscessero l'esistenza.
Questo spiega perchè è importante sparare a vista sui missionari".
(Terry Pratchett, "Eric" )
venerdì, novembre 17, 2006
POPULISTI LILLIPUZIANI
Io non so cos'è successo, che di colpo il blog dell'amichEma è diventato un posto dove ci scrivono tutti e commentano tutti. Tipo una cosa che il blog dell'AmichEma adesso sembra il blog di Beppe Grillo. Che in fondo fa piacere che la gente legga l'AmichEma invece di Beppe Grillo, però che io così adesso mi leggo i commenti del blog dell'AmichEma e me lo ritrovo tutto pieno di populismo.
E allora io non lo commento più, ma ci scrivo un post mio, nella mia beata solitudine di blog poco letto e poco commentato.
Ricapitolando, sembra che tutti gli uomini-blog-qualunque si siano stupiti sul blog dell'AmichEma. Stupiti del fatto che l'amichEma trovi allucinante che il nostro Moderato di Riferimento possa pensare che il carcere sia un mezzo per risarcire le vittime. Decisamente vince il Premio Biancaneve, l'AmichEma, per non esserselo aspettato. Ma io, leggendo il suo Premio Biancaneve, mi sono ricordata di una litigata tremenda, ormai sarà una quindicina d'anni, con mio fratello Paolino che all'epoca era appena tornato dall'America e mi diceva che la pena di morte era giusta. E io che mi dimenavo nella mia convinzione che no, era sbagliata, con il mio cervello da 12enne che non sapeva ancora applicare le Sante Leggi della Retorica e quindi non sapeva dimostrare al convinto Paolino il perchè.
Poi adesso mio Fratello Paolino è cresciuto e non la pensa più così. E non è certo merito mio. Credo che solo Paolino sia cresciuto, tanto e bene.
Allora mi viene da pensare che questi uomini-blog-qualunque siano proprio dei lillipuziani del pensiero, che ancora ragionano come i Flinstone, che fanno leva sugli istinti primordiali, sull'occhio per occhio dente per dente, ignorando che persino Monio Ovadia dice che questa cosa non c'è scritta da nessuna parte, nella bibbia.
Che dicono sempre la stessa frase. Dicono sempre: "E se ti uccidessero la figlia?". E non ci arrivano a capire che a me, o all'amichEma mai ci verrebbe da pensare di uccidere una persona, così, come in CSI. Che noi siamo quelle che metterebbero su un comitato, che magari scapperemmo a fare gli scudi umani in palestina per non pensare ma mai ci verrebbe in mente la vendetta. E chi siamo, un film di Tarantino?
Che poi, metti che non lo puoi sapere, che magari tu di tuo impazzisci, che ti violentano la figlia e allora inizi a girare con un bisturi ad evirare maschi a caso nelle discoteche dove ballano il liscio. Può succedere, no?
Ma noi mica siamo lo stato. Siamo io e l'amichEma che se impazziamo, impazziamo. Se facciamo gli scudi umani meglio. Ma se impazziamo siamo noi. Due.
Come si fa a pretendere uno stato vendicatore? Con quali logiche democratiche si può pretendere un tribunale che a freddo decida per l'evirazione, per la pena di morte, per un ergastolo punitivo?
Allora ecco cosa penso.
Penso che uno stato democratico è uno stato impegnato per la difesa dei propri cittadini con i mezzi dell'istruzione, del sostegno, del diritto al lavoro e alla salute. E' uno stato che previene. Se si trova costretto a punire è perchè è uno stato democratico che non funziona. Se c'è bisogno di quattro mura in cui richiudere i suoi fallimenti, almeno che lì dentro si lavori per fare quello che sarebbe dovuto accadere prima.
Uno stato che si vendica è uno stato infantile, populista e pericoloso.
mercoledì, novembre 15, 2006
PESSIMISMO E IMMENSO FASTIDIO
Adesso, io che tutti si stupiscano e si indignino e si demoralizzino per queste storie del ragazzo autistico picchiato e della psicolabile amante del sesso orale in seconda media a me sembrano proprio che questi dove vivono? Da Max Mara?
Perchè chiunque sia o sia stato nell'ordine:
- bambino
- studente
- universitario
- insegnante, magari, o educatore o sottopagato dei centri estivi e delle colonie, o baby sitter
- mamma o papà, o anche solo zio o zia
...chiunque si riconosca in una o più di queste categorie, che la scuola pubblica la stiano seppellendo viva in un cimitero fuori dalle mura della città lo avrebbe dovuto avere davanti agli occhi da anni.
Che i metodi sono sottili, e lenti. Ma inesorabili.
Basta, ad esempio, creare uno corso di studi, come Formazione Primaria, che sia l'unico modo per accedere alle cattedre di elementari e materne e che sia considerato il più facile, il più stupido corso di studi. E che lo sia, il più facile e il più stupido. Cosicchè chi ne esce non sappia nulla, di nulla, di nulla di come si lavora con i bambini, di cosa sia una pedagogia socio-costruttivista, di come reggere l'impatto di una società che vuole i bambini sempre più adulti e sempre meno critici, perchè possano consumare di più, di più, di più...Ah, ma le maestre sono bravissime in matematica, eh! Come spiegano le frazioni quelle che escono da formazione primaria, nessuno meglio!
E poi le medie e le superiori, che io a 17 anni scrivevo che chi non sa fare niente fa il professore e chi non sa fare neanche il professore fa il preside. E a 17 anni ero cretinetta, si, però è diventato sempre più vero. Che a me sono venuti i brividi al Festival del Delirio a vedere le nuove professoresse del mio Liceo.
E poi tutti gli studiosi che dicono L'influenza del mezzi di comunicazione, questa generazione apprende più dalla quotidianità che dalla scuola, l'eccesso di impulsi...E gli impulsi sono la televisione, sono il mondo del lavoro non-stop, sono il consumismo, sono le cose che diventano vecchie dopo due settimane.
E la scuola allora è una cosa leeenta, e noiooosa, e inuuutile. Così come la democrazia, ad esempio.
E allora fai cose divertenti, imiti quello che vedi in televisione, che leggi su Top Girl, che passa sui banner dei siti internet.
E scarichi la frustrazione di te che non sarai calciatore, che non sposerai una velina, che non puoi comprarti lo yacht, di te che sei un fallito, insomma, su chi è più fallito di te.
E se fanno ridere le pupe e i secchioni, e se sono eroi i militari di Nassiryia, e se tutti dobbiamo essere uguali, e quanto fa ridere uno diverso, perchè non dovrebbe fare ridere picchiare un ragazzo autistico che gli piace Zucchero? (Zucchero?? Che sfigaaaatooo).
La scuola pubblica è sepolta fuori dalle mura. Domenico Starnone, sul Manifesto di ieri, lo dice che ancora si muove, e lo dimostrano Rete Scuole e Reggio Emilia e tutte quelle maestre che ancora si divertono e ci credono.
Ma ci sono mura ancora più lontane oltre le quali stanno seppellendo la democrazia.
Magari il filmato poi lo mettono su YouTube.
lunedì, novembre 13, 2006
CONIGLI PER GLI ACQUISTI: COSA COMPRO DA FELTRINELLI?
Con un po' di giorni di ritardo causa Festival del Delirio abbiamo finalmente fatto la cena del compleanno. Con tutti gli annessi e i connessi dei regalini bellissimi.
Regalini di spiccato senso culturale, come la tessera per i cinemi (mmmille cose vado a vedere, ah!) e il buono per Feltrinelli.
E qui inizia il panico. Che ci ho questi cento euri da spendere in libri (che è una cosa così bella da dire, anche solo il suono,cento-euro-da-spendere-in-libri) però c'è questa fregatura che li devo spendere tutti insieme.
E allora inizia il panico, che lo so che poi prendo cose che non volevo prendere, che ce n'erano altre meglio.
E allora lancio questa richiesta d'aiuto. Doppia.
La prima è che chiedo a tutti gli amicici che vogliono, di accompaganrmi a prendere questi libri. Che ci facciamo lo shopping collettivo culturale. E che poi ve li presto tutti i libri che prendo in vostra presenza. Tipo un sabato pomeriggio sul tardi, eh?!?
La seconda è invece per tutti i miei fedeli lettori. A cui chiedo un consiglio:
Cosa compro da Feltrinelli?
Titoli, consigli, link, storie, riassunti, sconsigli.
Avete una settimana di tempo.
MI CHIAMO NESSIE, FACCIO CASINI
Succede che ogni tanto io faccio un casino.
Casini piccoli, spesso. Casini grossi ogni tanto.
Casini piccoli che tipo rovescio l'acqua a cena, rompo le collant prima di un appuntamento, incastro il maglione nell'anello, perdo un orecchino, metto un calzino rosa nella lavatrice insieme alle lenzuola bianche, perdo la chiave della posta, mi dimentico di chiamare qualcuno.
Poi c'è una cosa per la quale sono famosa. E' che dico sempre la cosa sbagliata.
Se c'è una cosa che non devo dire sicuro che la dico.
Ma è solo che mi piacciono le parole. Mi piace sentirne il suono e vedere la reazione. Per la battuta mi farei spellare.
Così sempre che dico una cosa e mentre la dico vedo che qualcuno mi guarda male. Tutti ridono e uno mi guarda male. Quello che mi guarda male è quello che mi aveva appena detto "ma questo tienitelo per te".
Così di solito faccio solo casini piccoli con questo mio amore per la parola. Rompo fidanzamenti decennali, mando gente dallo psichiatra, faccio cancellare persone dai testamenti. Cose piccole.
Casini grossi non ne faccio quasi mai.
Perchè c'è una cosa. Ed è che quando una cosa proprio non la devo dire non la dico. Assolutamente. Cascasse il mondo.
Il problema è che la valutazione la faccio io. E spesso sbaglio.
E quando sbaglio faccio casino.
Di solito la gente mi guarda solo male. O mi manda un messaggio minatorio. O mi prende da parte con aria incazzata.
E io a quel punto lo so già, e chiedo Scusa scusa, lo so, lo so che non dovevo dirlo, scusa, scusa.
Ma ci sono delle volte che per tenermi gli amici devo mettere delle pezze più grosse.
Come dare la password del blog, ad esempio.
Però funziona. Che i miei amici lo sanno che sono così. E ridono un sacco quando faccio queste cose. Dopo, ridono un sacco. Prima si incazzano. Poi si sostengono a vicenda. Con una terapia di gruppo tipo: Mi chiamo Paolino, sono amico della Nessie e adesso vi racconterò la mia storia.
Solo dopo ridono. Ridono un sacco.
venerdì, novembre 10, 2006
giovedì, novembre 09, 2006
DELL'EQUILIBRIO E DELL'AMICIZIA
Tutti noi che siamo amici nella comunity ma anche fuori funzioniamo come quelle giostre per bambini di uno da una parte e uno dall'altra che non si è mai divertito nessuno su quei cosi lì, però metaforicamente è importante, la questione dell'equilibro, la metafora pedagogica, il rispetto reciproco, la distanza dal fulcro...la smetto.
Comunque noi funzioniamo così, che c'è sempre qualcuno che sta in alto e qualcuno in basso e quelli lì nel fulcro mediano riequilibrano, a suon di abbracci, coccole, the di mezzanotte, commenti sul blog, incontri al buio, messaggini innaspettati.
E allora l'amica E. le è successo di tutto a teatro e aveva bisogno di tante coccole ma comunque lo sa che sarà bellissimo lo stesso, e mio fratello è immerso in uno dei suoi ciclici buchi neri dell'ego, che non si capisce perchè se mio fratello non ha una donna improvvisamente si dimentica della sua bellezza, del suo fascino e della sua meravigliosa personalità.
E invece Kggb e il Gufo mi sembrano già più sul fulcro della settimana scorsa, tra descrizioni harrypotteriane della scuola e ottimismo.
E io, ah io dopo il pianto del 27 ottobre sono una rosellina.
Che mi è successa una cosa bellissima. Che ho trovato un amico nuovo. Un amico di quelli belli, un amico. Che l'ultima volta che mi era successo di trovare un amico nuovo così innaspettato era il 1 gennaio 2003 ed ero tra la neve lionese. E lui si chiamava Jp, e adesso mi viene a trovare venerdi. e ci vogliamo un sacco di bene.
E adesso questo amico nuovo, che si chiama Marco, che vive a casa nostra da 15 giorni, che oggi se ne va e io e l'amicaimmaginaria siamo un po' tristi perchè si sta così bene con lui a fare le chiacchere e a dire le malignità.
E ieri ci ha proprio dimostrato che siamo diventati amici ed è stata una serata sospesa, così, nelle cose che ci rivelavamo, e nel fatto che eravamo contenti di essere lì. Noi tre. E io stavo in alto in alto nella mia giostra dell'equilibrio.
mercoledì, novembre 08, 2006
UN PICCOLO POST COME UNA DOSE DI METADONE
Un piccolo piccolo post - come una minestrina leggera per chi ricomincia a mangiare dopo 5 giorni su una zattera nel mare - per dirvi che il Festiaval della Scienza se dio vuole è finito, che il rituale della festa trash con tutti gli annessi e i connessi è passato, che finalmente la casa ci si è liberata dagli scrocchinquilini che ritornano baldanzosi ognuno nella sua zona di ridente padania, che un po' mi dispiace che adesso la casa sarà vuota ma forse vorrà dire dormire più di tre ore per notte, che adesso mi metterò a studiare.
E che tornerò alla mia gradita routine. Dove il blog si ritaglierà il suo necessario spazio nella mia vita incasinata.
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